Zapatos Rojos

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…l’8 marzo 2017, ci vediamo in piazza Capasso a San Sebastiano al Vesuvio con

ZAPATOS ROJOS

Dal 1993 a Juárez, città messicana al confine con gli Stati Uniti, iniziano a scomparire ragazze, studentesse, lavoratrici, poi ritrovate prive di vita. E’ in relazione ai fatti di Ciudad Juárez che per la prima volta viene teorizzato il termine femminicidio da parte dell’antropologa Marcela Lagarde. Qui, centinaia di donne non si limitano a piangere le proprie figlie ma chiedono che sia fatta giustizia. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di famiglie povere, senza mezzi e che a fatica riescono a farsi ascoltare ma accanto a queste donne, a queste famiglie, arrivano a fare fronte comune artisti ed intellettuali. Nel 2009, ha inizio a Ciudad Juárez la prima marcia silenziosa di Zapatos Rojos, con un’installazione composta da 33 paia di scarpe. Dal Messico, il progetto d’arte pubblica di Elina Chauvet, ha viaggiato in tutto il mondo. Zapatos Rojos è dunque, prima di tutto, una chiamata rivolta alle cittadine e ai cittadini per manifestare la propria solidarietà verso le donne che, nel mondo, hanno subito violenza, per le donne uccise o rapite e di cui si sono perse le tracce.
Ogni paio di scarpe, raccolto attraverso l’attivazione di una rete di solidarietà in uno specifico contesto culturale e territoriale, rappresenta una donna e la traccia di una violenza subita. Sistemate ordinatamente lungo un percorso urbano, le scarpe ne ridisegnano lo spazio e l’estetica, visualizzando una marcia di donne assenti, un corteo che sottolinea il dolore che tale mancanza provoca tanto a livello sociale quanto nei propri cari.

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